venerdì 2 settembre 2011

E il libro non profuma più

Probabilmente, la mia, è pura fissazione. Preferisco – è così da sempre – acquistare i libri su una bancarella che direttamente in libreria. Indubbiamente, il fattore prezzo conta, ma non è per questo che quando cammino tra le mille persone che si riversano nei mercatini sento il bisogno impellente di fermarmi al banchetto dei libri usati.
Più che “usati” direi “vecchi”, perché è quello che mi impone di fermarmi.
I libri vecchi hanno una vita, quelli nuovi no. I primi sono tuoi ma sono stati di altri prima, conservano le piegature agli angoli delle pagine dopo qualcuno aveva interrotto la lettura, sono ingialliti, odorano spesso di cantina, di tempo trascorso senza che nessuno si accorgesse più di loro. I libri nuovi non hanno ancora una storia, nemmeno quando le loro pagine sono state scritte da autori morti e sepolti da secoli.
Ecco perché, mentre viaggio in treno e sono circondata da mani che sostengono edizioni patinate o e-book reader all'ultimo grido, io mi sento diversa. “Non sapete cosa vi perdete”, penso, ed è come se il mio libro si sentisse fortunato per essere ancora abbracciato dalle dita di qualcuno.
Anche io ho pensato per qualche mese alla possibilità di passare alla tecnologia, ho sfogliato volantini di grandi catene, ho curiosato online, ma alla fine l'e-book mi farebbe rimpiangere il piacere di voltare pagina, di sottolineare frasi interessanti senza il righello, di disegnare fiorellini e quadratini se sono soprappensiero, di appuntarmi la lista della spesa o un numero di telefono se non ho un altro pezzo di carta sotto mano.
La mia libreria è ormai piena, i libri stanno invadendo casa, potrebbe essere il momento giusto per disfarsene o appunto scegliere un e-book reader, ma la lettura non sarebbe più lettura.

Poi ieri scopro che anche Il Libraccio ha un sito Web (fin qui niente di strano) e che vende online i libri usati. Ricordo le file fino a fuori dalla porta quando a giugno si tentava di vendere i libri scolastici dell'anno appena trascorso (io in realtà non sono quasi mai riuscita a disfarmene, “sono ricordi” dico sempre) e di trovarne di usati per l'anno futuro. Ricordo che i libri da acquistare, essendo stati già usati, si valutavano attentamente: ad esempio, se gli esercizi erano stati eseguiti a penna era un bel problema e il libro, spesso, si scartava.
Come funziona oggi? “I libri usati prima di essere resi disponibili per la vendita vengono sottoposti a una adeguata selezione – recita il sito del Libraccio - Trattandosi di libri usati da altre persone, possono presentare segni di usura sulle copertine, ma sono libri completamente integri. Non sono messi in vendita libri in condizioni inaccettabili (ad esempio con pagine o copertine mancanti, pagine strappate ecc.)”. In pratica non puoi sfogliare il libro che compri, ti devi fidare. Non è un gran problema per gli studenti svogliati desiderosi soltanto di risparmiare.
Se per i testi scolastici può funzionare, mi rendo conto però che io non comprerei così un romanzo. Anzi, questo meccanismo mi spinge ad acquistarlo nuovo. Perché un libro usato va sfogliato, toccato, anche odorato. Bisogna vedere di che colore sono le pagine, com'è stato trattato, bisogna che il precedente possessore, in un certo senso, ci piaccia.
Meglio le bancarelle, anche mentre il mondo s'innamora sempre di più delle infinite possibilità offerte dalla tecnologia.

1 commenti:

dANNAta ha detto...

...e poi mi hanno regalato un e-book reader! :)
Senza dubbio pratico, comodo, da provare. Ma senza smettere di leggere anche i libri veri, quelli di carta...

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