mercoledì 25 gennaio 2012

d'ANNAzione del giorno: ecco perché, caro Martone, gli sfigati sono altri

Ho letto su Repubblica.it la lettera di un giovane pugliese e non riesco proprio a dimenticarla. Ci sono parole che, una volta lette, svaniscono e non ti resta nulla; ce ne sono altre, semplici, che risultano perfette per descrivere la realtà.

Il racconto di Adelmo è quello di un giovane che ha fatto lavori di ogni genere – Babbo Natale, cameriere, barista, animatore per bambini, impiegato all’INPS… - e non ce l’ha fatta ovviamente a dare tutti gli esami senza ritrovarsi fuori corso.

Significa che non avrebbe dovuto iscriversi all’università? Decisamente no, anche perché leggendo il suo racconto si capisce lontano un miglio che Adelmo è uno intelligente, che con le parole ci sa fare e non è uno "sfigato" come vorrebbe un tale Michel Martone che è oggi viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali.

Forse Adelmo mi ha colpito subito perché è iscritto allo stesso corso di laurea che avevo scelto io, abbiamo la stessa età, anche se io sono laureata da 5 anni. I miei lavoretti sono stati quelli part-time messi a disposizione dall’università stessa, per qualche mese. E poi c’erano le borse di studio, quando arrivavano, visto che la situazione che dipinge Adelmo vale in tutta Italia: i veri poveri sperano e gli altri incassano i soldi grazie a dichiarazioni non proprio veritiere. Ne abbiamo le prove? In un certo senso sì, vediamo quelli che si disperano per essere stati esclusi dalle graduatorie per un pelo e quelli che invece vanno a ritirare l’assegno a bordo dell’auto sportiva di papà.

Adelmo prende un treno ogni volta che deve andare in ateneo, un treno spesso sporco, in ritardo e incredibilmente costoso. Mi capita continuamente di pensare a come potrei investire il denaro speso per pagare il biglietto. Non significa che la prossima volta salirò senza, ma quando fai il viaggio in piedi, magari appoggiata alla porta del wc intasato e puzzolente, ti chiedi se non sia Trenitalia a doverti pagare o a regalarti ogni volta che sali su un treno ciò a cui hai rinunciato al supermercato.

Adelmo, come me, non ha santi in paradiso e non avrà una scrivania pronta appena avrà ottenuto il suo pezzo di carta. Adelmo dovrà trovare un lavoro da solo, contando sui propri meriti e le proprie qualità (come dovrebbe essere di regola), senza spingere e guardando i tanti ragazzi come lui che invece avranno lo stesso posto - se non uno migliore e sicuramente meglio retribuito - e gli saranno passati davanti.

E’ questa la vita della mia generazione. Siamo capaci di risparmiare, di rimboccarci le maniche, di lavorare sodo. Ma sorridiamo sempre, forse il problema è questo, ci adattiamo troppo e cerchiamo di lavorare, studiare, avere un minimo di vita sociale anche con pochi spiccioli in tasca. Viviamo lo stesso.

Il futuro? Vorremmo un lavoro, una casa, una famiglia, ma sapendo che il presente non lo consente lasciamo perdere e dimentichiamo i desideri. Rimandiamo la visita dal dentista, ceniamo nei fast food o al cinese, accettiamo in affitto case fatiscenti e paghiamo in nero, lavoriamo senza contratto, compriamo al discount e prenotiamo i b&b con anticipo di mesi.

Ci sono tanti Adelmo in Italia, basta avere il coraggio di vederli. Soprattutto, bisogna sperare che un giorno non perdano la pazienza.

0 commenti:

Posta un commento