giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi è morto. Gheddafi ci mancherà

Alla fine Muammar Gheddafi è stato ucciso. Notizia prevedibile, ma che fa riflettere. Da mesi lo cercavano, intanto sulle sue città cadevano le bombe, intanto i suoi figli perdevano la vita, intanto il popolo perdeva case, familiari, tutto. Ora, forse, inizieranno a respirare in Libia.

Gheddafi la sua resistenza l’ha fatta, non c’è dubbio.

Sarà ricordato dal mondo come un altro dei dittatori finalmente caduti, sarà un’altra vittoria del cosiddetto Occidente democratico e dei suoi paladini, lo stesso Occidente che oggi vede i suoi figli scendere in piazza e manifestare – urlare – per riavere indietro la dignità, sotto forma di lavoro, sicurezze minime, sotto forma di futuro.

Gheddafi sarà ricordato come leader sanguinario, ma in fin dei conti tra lui e i capi politici del “nostro” mondo il rapporto era di amore-odio, non di odio cieco se non di amore spassionato.

Non fa testo l’accoglienza riservatagli da Silvio Berlusconi, nel 2009, quando Gheddafi diete sfoggio all’Italia di tutta la sua apparenza folkloristica. I due si abbracciarono, l’Italia e il mondo rimasero perplessi e oggi si rendono ancora più conto che la guerra, noi italiani, non l’abbiamo vissuta, anche se la Libia era un po’ anche “casa nostra”. Di certo era più casa nostra che dei francesi o degli americani, ma non abbiamo avuto tempo per pensarci abbastanza.

Leggo solo oggi la notizia di un lifting che Gheddafi si sarebbe fatto praticare nel suo bunker per cancellare 25 anni dalla sua faccia. Anestesia locale, i veri leader – o almeno quelli vecchio stampo - non vogliono perdere coscienza nemmeno per sembrare più belli e più freschi.

Fa sorridere anche questo, a distanza di anni dall’intervento, forse perché ai nostri occhi lo fa sembrare come i leader italiani, tutto fumo (plastica) e niente arrosto.

Gheddafi ne ha combinate di tutti i colori, ma rispetto ad un Saddam Hussein, oggi, ci sembra solo colore, piume, amazzoni, gingilli e palazzi dorati. Il suo carisma era pittoresco per noi, non guardavamo il volto del rais come si guarda con terrore il volto di un assassino. Non era come gli altri, era il Male ma meno assoluto.

E anche oggi che conosciamo i crimini da lui ordinati, alla fine, immaginandolo dentro una buca, coperto da una tunica colorata e con indosso i suoi occhiali da sole, che invoca “Non sparate, non sparate!”… bè, anche oggi Gheddafi ci sembra uscito da un cinepanettone, anche oggi ci viene da sorridere.

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