Non è bastato vedere l’espressione dei superstiti.
Non è bastato scoprire che è successo tutto per un errore evitabile.
Non è bastato sapere a quanto ammonta il numero delle vittime.
Non è bastato guardare in tv il relitto di quella che era una regina.
Non è bastato ascoltare i resoconti dei cronisti minuto per minuto.
Non è bastato ascoltare le testimonianze agghiaccianti di chi ce l’ha fatta.
Non è bastato individuare il capro espiatorio (o il cattivo per davvero) e l’eroe.
Non è bastato che al Giglio si trasferissero subito i giornalisti, a cui probabilmente iniziava a mancare il Misseri o la Amanda di turno da seguire 24 ore al giorno.
Adesso arrivano anche i turisti dell’orrore, quelli che si armano di macchina fotografica e non resistono alla curiosità. Devono esserci “perché da qui è tutta un’altra emozione”, ha detto una signora ai microfoni della Rai. Come se stessero andando al cinema, proprio come se fosse tutto finto e domani il set si trasferisse altrove.
Non è bastato vergognarci di chi ha sbagliato su quella nave, ora dobbiamo anche vergognarci di questi imbecilli che sono arrivati a centinaia e hanno invaso un’isoletta minuscola solo per il gusto di esserci.
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