Sarà il Natale dei cinepanettoni che (finalmente) fanno flop
Sarà il Natale del record del divario salari-prezzi
Sarà il Natale dei portafogli vuoti e del risparmio
Sarà il Natale dei regali piccoli ma dei pensieri grandi
Sarà il Natale delle tante saracinesche abbassate
Sarà il Natale del senzatetto di Piazza Cinque Giornate e delle sue coperte di plastica
Sarà il Natale dei sacrifici ma non per tutti
Sarà il Natale di Mary Yuranda, sopravvissuta allo tsunami e tornata a casa dopo 7 anni
Sarà il Natale della Grecia che affonda
Sarà il Natale di Damasco e dei kamikaze che non tornano a casa
Sarà il Natale dei soliti film in tv, sempre meno e sempre gli stessi
Sarà il Natale dei panettoni del discount e delle mense dei poveri
Sarà il Natale dei doni riciclati
Sarà il Natale che promette il boom delle auto cinesi low cost vendute solo sul Web
Sarà il Natale dei licenziati, dei cassintegrati e dei disoccupati
Sarà il Natale di chi aspetta che l’anno finisca in fretta
Sarà il Natale più ecologista degli ultimi anni, si spera
Sarà il Natale di chi spera
Sarà il Natale di chi è pessimista e proprio non crede in tempi migliori
Sarà il Natale senza più Steve Jobs ma carico di i-things
Sarà il Natale dell’Italia felice, lo dice Facebook
Sarà il Natale delle famiglie, che si ritrovano ancora nonostante tutto
Non sarà forse un bianco Natale, magari non avremo nemmeno bisogno delle giacche pesanti, ma sarà pur sempre Natale, con o senza doni costosi, con o senza aragoste in tavola. Ed è già arrivato…
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